• BRACHETTO D’ACQUI DOCG

    Il Brachetto d’Acqui DOCG è uno dei più antichi e nobili vitigno del Monferrato.

    l grappolo di Brachetto è ricco, con acini sodi di colore rosso scuro, ma la sua peculiarità e la sua ricchezza stanno in ciò che non si vede camminando tra i filari: nel suo alto contenuto zuccherino e nella forte carica aromatica conferita dai terpeni. Percepibile già nel vigneto con il suo inconfondibile profumo di rosa, di mosto, di uva fresca. Essendo così carichi di frutti i grappoli hanno bisogno di molta cura e attenzione in fase di raccolta così da preservare intatti questi preziosi elementi che ritorneranno vivi e gioiosi al momento dell’assaggio.

    Grazie alla sua gradazione alcolica contenuta (6,5%), il Brachetto d’Acqui ben si presta ad accompagnare soprattutto i dessert e la frutta, regalando momenti di vero piacere anche ai palati meno esperti. Ottimo con le fragole fresche o le pesche di stagione: gli aromi ed i profumi della frutta si mescolano a quelli del vino, regalando sensazioni piacevoli ed intensi profumi floreali.

    Il Brachetto d’Acqui è molto apprezzato nella preparazione di cocktail, aperitivi e long drinks, abbinandosi in modo eccellente non solo al gusto dolce, ma anche al salato. Da provare con i formaggi e salumi.

  • ABBINAMENTO VINO CIBO

    Abbinare un vino ad un cibo non è una cosa semplice. Trovare il giusto equilibrio può creare un’esplosione di sapori, può far viaggiare lontano e può emozionare.

    Per l’importanza data oggi alla cucina è inevitabile riuscire ad accostare il vino giusto al cibo che si desidera mangiare. Aldilà del gusto che è sempre strettamente personale, esistono delle considerazioni di base da valutare nella scelta di un vino da abbinare ad un alimento.

    Un vino rosso corposo e strutturato non avrà lo stesso abbinamento di un vino bianco fresco e profumato, ma per la scelta finale dovrà prevalere il gusto soggettivo. Noi abbiamo abbinato il nostro CENTO Monferrato rosso, un blend di Pinot nero e Barbera, ad un favoloso risotto carnaroli mantecato alla toma piemontese, con crema di porri, granella di nocciole tostate e cipolle rosse stufate in purezza nel vino rosso: una vera prelibatezza!

  • LA POTATURA A GUYOT

    La potatura a Guyot è un sistema di allevamento del vigneto di tipo misto o lungo che conserva, cioè, tralci di media lunghezza ed un certo numero di gemme, tra 10 e 20, su un ceppo alto tra gli 80 ed i 100 centimetri.

    Il potatore dovrà, oltre al capo al frutto, lasciare più in basso nel tronco uno sperone con alcune gemme il cui tralcio diventerà il nuovo capo a frutto dell’anno seguente.

    La potatura della vite, così come per la maggior parte delle piante da frutto, ha l’obiettivo di migliorarne la produzione sia dal punto di vista qualitativo che da quello quantitativo assicurando, nello stesso tempo, alla pianta il corretto equilibrio vegetativo. Nella vite dobbiamo fare attenzione a due differenti aspetti della pianta, comunemente chiamati “capi a legno”, ovvero quelli che indicano i tralci che non producono frutti e “capi a frutto” che, al contrario, sono coloro che producono il grappolo di uva.